Norma nasce negli anni Venti a Monte Rotondo Marittimo, un piccolo centro della provincia di Massa Marittima (Grosseto). Nella sua breve vita militò nell’azione cattolica clandestina, aiutò i carcerati, fiancheggiò i partigiani, nascose i disertori nella cantina della trattoria di famiglia a dieci metri dal comando fascista, diede sepoltura, sfidando i nazifascisti, a un ragazzo di 19 anni, partigiano, ucciso e buttato sul sagrato del Duomo. Proprio quando Mussolini porta l’Italia in guerra milioni di famiglie italiane si preparano ad affrontarla, Norma incontra l’amore. Conoscerà Mario, un giovane di origini pisane arrivato nel suo paese per lavorare in miniera. Era madre di un bambino di sei mesi quando fu uccisa il 23 giugno del 1944, l’ultima notte prima della liberazione edlla sua città e l’ultima notte di Norma che venne portata via di casa nella notte da una squadra di nazisti e fascisti italiani e uccisa proprio alla vigilia dell'arrivo degli alleati a Massa Marittima, sulle colline della Maremma. Norma era anche una donna molto moderna, solare e controcorrente, che alternava stivali e pantaloni alla cavallerizza, quando le ragazze di paese erano ancora imprigionate nei cliché estetici degli anni ’40, ad abiti eleganti che confezionava da sola nel suo laboratorio.
Ricordiamo che, nell’ambito delle iniziative che Corriere della Sera dedica al settantesimo anniversario della Liberazione, è online su Corriere.it la web serie “La Resistenza di Norma, il coraggio della libertà”, prodotta dal regista Riccardo Bicicchi che sarà in rete in 5 puntate da 7 minuti l’una e culminerà con un mediometraggio finale, di 40 minuti, composto dai contenuti della web serie arricchiti da nuovi materiali e testimonianze.
Per ulteriori informazioni: www.spazioalfieri.it
TS